Nel chiaroscuro delle foglie del bosco🌳, l'egeria, una graziosa farfalla🦋 marrone dalle ali macchiate di arancione, si mimetizza efficacemente. Scopri le piante🌳 e gli animali�... ...
In arrivo un evento straordinario al Centro Didattico Scientifico -EcoPlanetario🤩! Puoi partecipare anche tu, approfittando dell'interessante momento di restituzione aperto a tutt... ...
Dei tanti gelsi🌳 che costeggiavano un tempo le stradine nelle nostre campagne, ora ne rimangono davvero pochi. Venivano utilizzati per allevare bachi🐛 da seta, integrando così i g... ...
THELIGONACEAE
Arbusto caducifoglio, riccamente ramificato, alto 1,5/5 m. Fiorisce in maggio-giugno. Il frutto compare in settembre ed è una drupa sferica di 5-8 mm, verde all'inizio, rosa e nero/blu a maturità. Raggiunge i 1500 m. Cresce nei boschi idrofili, nei boschi umidi delle pianure alluvionali, nei boschi di faggio e nei querco-carpineti, nelle boscaglie dei pendii aridi, in prossimità dei corsi d'acqua, negli incolti, nei campi e nei vigneti abbandonati.
ARALIACEAE
Sempreverde rampicante a radice. Si attacca agli alberi o ai muri mediante una serie di radici avventizie. Si rilevano due tipi di foglie: sui germogli più vicini alle infiorescenze sono ovoidali, completamente prive di lobi o con tre lobi appena accennati, mentre sugli altri germogli sono distintamente divise in 3-5 lobi. I piccoli fiori, settembre-ottobre, sono ermafroditi e riuniti in ombrelle apicali e formati ciascuno da 5 sepali, 5 petali, 5 stami e un solo pistillo. Il frutto è rappresentato da una bacca liscia, scura e velenosa. Richiede molta ombra e cresce su tutti i terreni.
FAGACEAE. Albero dal portamento molto variabile, da albero maestoso, nelle formazioni ad alto fusto, ad arbusto basso e contorto sui crinali delle montagne spazzate dai venti. La corteccia liscia e grigia può rompersi in squame. Le foglie alterne, lucide su entrambe le pagine, hanno margini ondulati e 6/7 paia di nervature parallele. Il frutto, faggiola, ha 4 valve e 2 acheni; è commestibile e ricco d'olio che, secondo alcuni autori, sarebbe inferiore come qualità solamente all'olio d'oliva. Le foglie appaiono insieme ai fiori maschili, lungamente peduncolati, e a quelli femminili. Le faggete mature creano in alto una spessavolta sotto la cui ombra densa non crescono le piante del sottobosco.
POLYGONACEAE
Pianta neofita originaria dell'Asia orientale, che risulta particolarmente invasiva.
Arbusto che può arrivare fino a 6 m. Diffusa in tutta Europa in boschi umidi di latifoglie su terreni preferibilmente acidi. Foglie ellittiche, simili a quelle dell'ontano. Fiori: maggio/luglio, in fascetti ascellari, fino a 10 unità a 5 petali bianco giallognoli. Frutti velenosi, neri a maturità
(foto:11/9/05)
OLEACEAE. Albero a cupola con rami largamente spaziati; può raggiungere un'altezza di 40 m. Le foglie sono opposte e dentate e hanno 9/13 foglioline picciolate, con lunghi apici. Ogni frutto (samara) è alato. I fiori maschili e quelli femminili spesso si trovano sullo stesso esemplare ma su rami diversi e danno all'albero un colore purpureo prima che spuntino le foglie. La corteccia grigio verdastra tende col tempo a fessurarsi. Ama suoli fertili, freschi e profondi. Veniva un tempo piantato vicino alle case coloniche, poichè il fogliame serviva all'alimentazione del bestiame. Foto Loc. Crotto
CELASTRACEAE. Piccolo albero o grande arbusto che cresce nei boschi e nelle siepi; raggiunge un'altezza di 6 m. E' molto decorativo, ma tutte le sue parti sono tossiche. Durante gran parte dell'anno è un arbusto poco appariscente, ma in autunno fa sfoggio di foglie rosso scuro o rosso-rosa e di frutti a quattro lobi che, giunti a maturità, mostrano semi di colore arancione. Nell'antichità le foglie ed i semi venivano ridotti in polvere e spruzzati sulla pelle dei bambini e degli animali per scacciare i pidocchi.
MORACEAE. Il gelso ed il baco da seta furono importati in Italia parecchi secoli fa, soprattutto nelle regioni settentrionali, dove contribuirono allo sviluppo dell'industria serica. Questa specie veniva coltivata da secoli in Cina perle sue foglie, che costituiscono l'alimento principale dei bachi (o, per meglio dire, delle larve del bombice del gelso). I gelsi sono alberi di medie dimensioni, caratterizzati da fiori femminili riuniti all'interno di una struttura carnosa (ricettacolo) che aumenta notevolmente di dimensione via via che il frutto matura. Il frutto è una mora oblunga rossa/nerastra, commestibile. Le foglie sono dentellate, ruvide sulla pagina superiore e lanuginose su quella inferiore.
Cresce a cespuglio con fusti verdi ramosi arrivando fino ai 2,5 m. E diffusa nelle brughiere dove la vegetazione non è fitta, in ambienti soleggiati su substrati acidi. Foglie che cadono precocemente. Fiori: maggio/giugno, ermafroditi, molto numerosi, di colore giallo oro e con corolla papilionacea. I semi sono velenosi. In passato i rami venivano utilizzati come legaccio e per realizzare tele grossolane.
Pianta perenne, con odore di finocchio, cresce in luoghi freschi e ombreggiati. Foglie di colore verdastro. Infiorescenze ad ombrelle terminali su peduncoli con 12/20 raggi, lunghi fino a 4 cm. Ombrellette con 10/20 piccoli raggi. Fiori: maggio/agosto, a 5 petali bianchi. Frutti ovoidi/allungati. Le viene attribuita la proprietà di curare la gotta (podagra), da qui il nome.
cuneiformi a margine dentato e con lungo picciolo. Fiori: aprile/maggio, riuniti in pannocchie erette a 5 petali bianco/rosso. Frutto a capsula sferica, spinosa, contenente uno o più semi bruni simili a castagne (dette castagne matte). I semi hanno azione vasocostrittrice.
E' l'unica conifera che perde gli aghi. Albero molto longevo, di rapido accrescimento. Tronco dritto alto fino a 40 metri; corteccia screpolata verticalmente con interno rossastro. Fiorisce in aprile/giugno. I frutti sono coni di 3/4 cm che maturano a settembre/ottobre.
(foto: 16/10/05). Tende a formare boschi puri.